Intervista ad Andrea Bernaudo che parla di Liberisti Italiani e dell'incontro con il Movimento d
- Dario Antonio
- 25 nov 2019
- Tempo di lettura: 7 min
Andrea Bernaudo è una delle figure di spicco del mondo liberale italiano, già fondatore e presidente dell’associazione SOS partita IVA pochi giorni fa, ha incontrato un Team del Movimento del Fare guidato da Flavio Briatore, che in una nota a margine dell’incontro ha dichiarato:
“Andrea Bernaudo e i Liberisti Italiani hanno proposte chiare per il rilancio dell’economia reale in Italia. Per questo li ho incontrati e abbiamo avuto un ottimo scambio di idee."

Lei è ormai da anni impegnato nella difesa dei diritti dei contribuenti ed ora, si appresta a fondare il partito dei Liberisti Italiani. Quali obbiettivi si propone, quale possono essere le convergenze con il Movimento del Fare?
“Noi riteniamo che il Liberismo
sia il perno della democrazia economica - in Italia è stata messa in atto una mistificazione. il Liberismo economico non è stato mai applicato in Italia, nonostante Berlusconi nel ʼ94 lo abbia posto come uno degli elementi fondativi del suo partito, altri in seguito lo hanno cavalcato in campagna elettorale con slogan più o meno centrati, però poi nell'applicazione pratica di governo, è stato fatto esattamente il contrario.
Noi dobbiamo innanzitutto fare una la battaglia culturale e una battaglia culturale non può che essere anche battaglia politica.
Il Liberismo economico consente a tutti di poter emergere attraverso la meritocrazia, ma in Italia dove vige il capitalismo di relazione, lei capisce che cʼè una situazione molto complicata, c'è bisogno di uno sforzo importante. Personalità come Flavio Briatore, che hanno questa grandissima popolarità, possono sicuramente essere utili al perseguimento di questi obiettivi.”
Lei ha citato Berlusconi ma la rivoluzione annunciata 25 anni fa da Berlusconi non si è mai realizzata. Oggi la sua iniziativa segue l’orientamento dell’attuale Centro Destra a trazione Lega? Qual è se c’è, la differenza di Liberisti Italiani rispetto agli altri partiti di Centro Destra?
“No, noi siamo totalmente indipendenti e vogliamo rimanere indipendenti, perché in realtà lo statalismo non è una caratteristica solo della sinistra italiana ma è anche la cifra politica che purtroppo riguarda un pò tutti i partiti, compreso il centrodestra. Vedremo se sui nostri punti di programma si potranno verificare delle convergenze, ma siamo autonomi e totalmente indipendenti.”
Lotta al contante, Pos, apertura di un conto corrente obbligatorio per le piccole partite IVA. Le misure adottate dal governo sembrano andare contro il ceto produttivo del nostro paese. Cosa ne pensa, sono provvedimenti in favore delle banche?
“L'utilizzo del bancomat come altre forme di pagamento più pratiche del contante, dovrebbero essere una libera scelta del cittadino e non in qualche modo una coercizione da parte del governo. Più che unʼaiuto alle banche - che non credo sia negli obiettivi del governo, anche se poi indirettamente lo diventerebbe - io ritengo che il governo stia mettendo in pratica una forma di cervello e di occhio fiscale che accompagnata agli incroci delle banche dati - che peraltro ledono la privacy - unitamente ad altri sistemi di controllo - punta a creare una vera coercizione di stampo liberticida.
Vede, io non credo nella maniera più assoluta che chi si alza la mattina per andare a lavorare, per andare aprire la saracinesca del negozio o la porta del proprio studio, sia un delinquente, perché altrimenti metterebbe il passamontagna ed imbraccerebbe unʼarma.
Chi va a lavorare è una persona onesta e gli italiani hanno una grandissima creatività imprenditoriale, che viene mortificata. Per cui anziché trattare tutti come degli evasori - che peraltro lo siamo dal punto di vista strettamente giuridico, siamo tutti presunti evasori, per una legislazione tributaria italiana che lede i diritti dei contribuenti. Chi rischia è chi intraprende andrebbe portato sul palmo di mano dal Governo. Mi sembra che il sentiment che stanno continuando a generare non sia questo, ma l’esatto contrario. In questo modo non elimineremo né l'evasione fiscale né aumenteremo il PIL, ma continueremo a far scappare e delocalizzare le imprese continueremo a stare nel pantano. Non mi sembra questa la scelta giusta. Serve un cambio di rotta.
Dal programma dell’attuale esecutivo inoltre è scomparsa la Flat Tax. Lei ritiene che debba esservi una medesima aliquota proporzionale?
“Noi riteniamo che un governo che dice a chi decide di rischiare e di intraprendere che lo deve fare fino a un certo livello che è un livello attraverso il quale non si riesce neanche ad assumere un collaboratore ma sì e no si riesce a sopravvivere, non è il governo giusto, non è il modo giusto per approcciare il problema e per rilanciare l'economia - non si può dira ad una persona di fatturare fino a 65 mila euro perché altrimenti dopo verrà massacrato - è un modo assurdo di approcciarsi ai problemi e non è la Flat Tax. Però per rilanciare l'economia invece, si deve stabilire una tassa proporzionale con una No Tax Area a 15.000 euro. Bisogna mettere tutti agli stessi nastri di partenza, dopo di che se una persona è capace e brava a produrre non deve essere penalizzata ma deve essere incentivata a farlo.
Questo è il messaggio che va dato a chi decide di aprire una partita iva, non che vi è stato costretto, che è una iattura ma che invece l'apertura di una partita iva è una straordinaria start up e l'inizio di una grande avventura che è quella di intraprendere e di rischiare, per sé per i propri collaboratori e per il paese. Non mi pare che vengono inseriti questi messaggi nella politica di questo e anche degli altri che lo hanno preceduto.”
Lei si batte per ottenere quella che definisce GIUSTIZIA TRIBUTARIA, ci spiega di cosa si tratta?
“Noi ci troviamo di fronte ad una condizione che è questa: mentre una qualsiasi persona che ha commesso un reato anche grave
è considerata giustamente un presunto innocente, il contribuente è considerato un presunto evasore, peraltro questo Governo questa barbarie la sta acutizzando anche per quanto riguarda le tasse locali attraverso il pignoramento diretto del conto corrente, salvo cambiamenti - mi pare che questo meccanismo attraverso il quale l'agenzia delle entrate, utilizzando prove induttive, raggiunge un contribuente attraverso l'avviso di accertamento, in realtà con una letterina verde lo condanna al pagamento. Un’assurdità perché se un contribuente decide di ricorrere ad un giudice, è giusto che fino al primo grado non gli vengano messe le mani in tasca, è arbitrario ed è una prepotenza assoluta partire dal presupposto che il contribuente sia un delinquente, quindi un presunto evasore. Abolire questo meccanismo odioso ci sembra una regola di buon senso e rispettosa di uno stato di diritto, lo stato non deve mettere le mani in tasca in caso di contenzioso al contribuente fino alla sentenza di primo grado. Ci sembra una proposta di assoluta normalità e libertà giuridica.”
Tra i 6 punti della vostro Programma - si cita la drastica riduzione della spesa pubblica improduttiva. Nel dettaglio cosa intende?
Ogni regione ha decine di società partecipate e di enti pubblici dipendenti che per molti contribuenti sono del tutto sconosciuti. Questi Enti, spesso anche in rosso e di dubbia utilità per il vivere quotidiano degli italiani sono da tagliare con la scure. Occorre tagliare tutto quello che non è assolutamente indispensabile e che non è utile ai contribuenti. Ho citato l'esempio delle partecipate delle Regioni e degli Enti Pubblici dello stato e degli enti locali, ma il discorso si potrebbe allargare anche alle Municipalizzate. Noi dobbiamo far sì che lo Stato indietreggi rispetto a tante cose e che si occupi specificatamente delle cose necessarie come ad esempio la Sanità o lʼIstruzione e che non invada il campo di altre branche dell'economia e della vita dei cittadini. Dobbiamo lavorare affinché la politica non abbia la pretesa di gestire i servizi pubblici. La Politica deve avere una funzione di indirizzo e di controllo mentre la gestione va affidata alle eccellenze del privato, attraverso gare pubbliche - ad esempio su Roma andrebbero fatte delle gare internazionali, perché Roma è patrimonio dell'umanità e vediamo invece come è ridotta.
Lo Stato deve fare un passo indietro e questo non vuol dire arrivare a punte di estremismo, ma sicuramente in Italia c'è bisogno di una boccata dʼossigeno, l’aria è asfissiante per cittadini e imprese.”
Lei ha dichiarato: “Renzi dia un segnale concreto ai contribuenti” - mentre Briatore - in una recente intervista, ha ammesso che vorrebbe avere nella sua squadra i 2 Matteo - l’altro ovviamente è Salvini. Lei a cosa si riferiva? Pensa ad un accordo con Italia Viva?
“Noi non siamo dei velleitari, veniamo da lontano, abbiamo fatto dure battaglie per i diritti dei contribuenti, proposte specifiche e concrete, per cui riteniamo che prima di fare degli accordi politici con altre con altre formazioni, bisogna esistere. Diciamo che Matteo Renzi oggi rappresenta con Italia Viva un possibile argine ad una deriva tassaiola di questo Governo, a questa caccia alle streghe, a questo sentimento negativo nei confronti dei contribuenti. Renzi ha dichiarato questo, cioè di voler essere da argine a questa deriva, per cui noi in questa sua azione non possiamo che sostenerlo, però lo deve fare concretamente. Non basta dire che è stata disinnescata l'introduzione delle clausole iva, perché questo è stato fatto anche da altri governi. Bisogna agire sulla leva fiscale, ma per diminuire il carico, se Renzi sarà utile a questa battaglia, noi saremo qui a verificarlo.”
Per concludere, tornando al Movimento del Fare, premesso che Briatore, ha più volte ribadito che è apartitico e apolitico, nella nota a margine del vostro confronto, ha altresì dichiarato:
“Da questo incontro deve nascere un tavolo comune con i Liberisti Italiani per elaborare proposte specifiche che possano esser utili a risollevarci dal declino nel quale politiche miopi e sbagliate ci hanno portato finora”.
C’è dunque la volontà di costruire assieme questo nuovo soggetto politico?
“Noi andiamo avanti verso l'assemblea fondativa del prossimo 15 febbraio a Roma ed io ho invitato Flavio Briatore, spero che possa essere a Roma e partecipare. Il Movimento del Fare da quello che ho avuto modo di capire in questo primo incontro, si presenta più come una fabbrica di idee utili per questo Paese e quindi credo che l'iniziativa di Briatore sia assolutamente da sostenere e noi vogliamo far parte del tavolo portando il nostro contributo. Quindi da un lato ci siamo noi che invece abbiamo lʼobiettivo di creare un movimento che si ispiri al Liberismo economico e dall'altro c'è Flavio Briatore che vuole creare una fabbrica delle idee utili per questo Paese. Queste due impostazione, entrambe totalmente indipendenti dalle altre formazioni politiche mainstream possono sicuramente trovare dei punti di convergenza soprattutto nell’offrire proposte politiche e soluzioni concrete. Per noi l’appuntamento è quindi per l’assemblea fondativa di Liberisti Italiani del 15 febbraio alla quale abbiamo invitato anche l’amico Flavio Britore e tutti coloro che credono sia importante affermare le libertà economiche, la difesa della proprietà privata ed i diritti dei contribuenti dall’invadenza dello stato.
Articolo a cura di: Dario Antonio
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