Dopo la tassa su merendine e prelievo contante, arriva la tassa sui voli aerei
- Redazione
- 23 set 2019
- Tempo di lettura: 3 min
La tassa sui voli vale 137 milioni e irrita le compagnie: «Imposta sbagliata che scoraggia gli investimenti a discapito del turismo»

MILANO — Una nuova tassa sui biglietti aerei da un euro per i voli domestici e 1,5 euro per quelli internazionali porterebbe nelle casse dello Stato almeno 137,2 milioni di euro nel 2020. È questa una prima stima del Corriere sulla base dei dati e delle proiezioni dell’Ente nazionale per l’aviazione civile e di Eurocontrol. Entrando nel dettaglio 35,8 milioni di euro sarebbero generati da chi parte verso un aeroporto italiano, 101,4 milioni per chi è destinato in Europa o nel resto del mondo.Un esborso — suggerito dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti e giudicato «praticabile» dal premier Giuseppe Conte — che si andrebbe ad aggiungere alle diverse voci già presenti sui biglietti che italiani e stranieri pagano quando decollano da un aeroporto italiano, come i 6,5 euro di addizionale comunale (7,5 euro per Fiumicino e Ciampino).
In Europa
L’Italia non sarebbe sola. Dal prossimo anno la Francia farà pagare un’ecotassa sui voli in partenza: 1,5 (in Economy) e 9 euro (in Business) per i viaggi domestici e dentro l’Ue, 3 euro (in Economy) e 18 euro (in Business) per quelli extra-Ue. In Svezia da aprile 2018 l’imposta ambientale arriva fino a 40 euro, mentre in Germania — che intende aumentare da gennaio l’Iva sui biglietti — la «green tax» va da 8 euro (per i voli interni, europei e nel Nord Africa) a 45 euro per le destinazioni oltre i 6.000 chilometri.
I vettori
La proposta del ministro Fioramonti non piace alle compagnie aeree. «Un aumento delle tasse danneggerebbe la concorrenza», spiegano al Corriere da Ryanair, prima compagnia in Italia e nel Vecchio continente. «L’Italia dovrebbe invece diminuirle — inclusa l’addizionale comunale — per favorire la crescita del turismo e creare opportunità di lavoro». «Non riteniamo che questa proposta rappresenti il giusto approccio — risponde un portavoce di easyJet, terzo vettore nel Paese —. In Italia i passeggeri sono già soggetti all’addizionale comunale. Un’ulteriore imposta aumenterebbe il costo dei biglietti e avrebbe un impatto negativo sul turismo e sull’economia». Alitalia e Air Italy preferiscono non commentare.
Frattanto però le proteste si levano alte, soprattutto al Sud dove la tassa su quei biglietti che già costano cifre vergognose e per di più non hanno alternative è vista come una vera e propria tassa sui giovani.
Non c’è alternativa
Per le famiglie siciliane molto spesso non c’è alternativa all’aereo, viste le condizioni del servizio ferroviario e la continuità territoriale è rimasta solo un eterno slogan da campagna elettorale. I prezzi possono arrivare fino a 400 euro, così che tassare i voli che servono ai giovani per andare a studiare al nord ed ai genitori per raggiungerli, ha il sapore di una beffa. O peggio.
Schiaffo al Mezzogiorno
“La gabella sui voli aerei è l’ennesimo schiaffo al mezzogiorno– commenta il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis– I cittadini del meridione che devono raggiungere il nord per motivi di salute, lavoro o studio usano l’aereo soprattutto perché non ci sono alternative. Pertanto si sobbarcano prezzi esosi dei voli interni, ai limiti dell’insostenibile per i collegamenti da e per la Puglia e la Sicilia. Far gravare su di loro costi ulteriori è ingiusto ed iniquo. Se il governo vuol proseguire su questa strada, escluda i voli interni e limiti il sovrapprezzo a quelli internazionali”.
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