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Gli ordini di Super Yacht spingono i cantieri italiani

  • 19 set 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Global order book: all'attivo 379 commesse per altrettanti megayacht, la cui lunghezza media è di 37 metri. Made in Italy anche nel segmento gigayacht, tre unità sopra i 100 metri varate dal gruppo Azimut-Benetti

Anno da incorniciare il 2019 per la cantieristica italiana nel settore superyacht. Ancora una volta, il made in Italy occupa la posizione di leader nella fascia alta del mercato, quella delle imbarcazioni oltre i 24 metri. Gli ultimi dati disponibili, quelli del Global order book, fotografano una situazione nella quale i cantieri italiani hanno all’attivo 379 commesse per altrettanti megayacht, la cui lunghezza media è di 37 metri. Numeri di tutto rispetto. Per capirne la portata basti pensare che al secondo posto c’è l’Olanda con “soli” 75 grandi yacht nel portafoglio ordini. Ma a colpire di più è un altro elemento, ovvero lo spazio sempre più importante che l’Italia si sta ritagliando nel segmento dei gigayacht, una nicchia fino a oggi presidiata esclusivamente dalla cantieristica nordeuropea.

Le tre unità sopra i 100 metri varate nell’arco di soli 100 giorni rappresentano un chiaro segnale delle ambizioni del gruppo Azimut-Benetti e sono la ciliegina sulla torta di un 2019 che coincide anche con il 50° anniversario di Azimut Yachts, che al salone di Genova espone il nuovo 78 Fly e l’S8. «Chiudiamo l’esercizio 2018/19 con un valore della produzione che si attesta sopra i 900 milioni di euro e una crescita del 10% rispetto all’anno precedente», commenta Giovanna Vitelli, vicepresidente del gruppo. Le aree geografiche di riferimento sono le Americhe, con una quota di ricavi del 50%, seguite dall’Europa con un 29%, Middle East e Africa con il 14 % e Asia Pacific con il 7%. Il contributo più importante, in termini di fatturato, arriva dalle costruzioni sopra i 24 metri. Delle 51 unità vendute 16 sono Benetti e 35 Azimut Yachts con la gamma Grande in evidenza.

E, a proposito di megayacht, il 2019 registra l’ingresso sulla scena del Riva 50 metri e del Pershing 140. Due chiari segnali di una crescita compiuta dal gruppo Ferretti che trova conferma nei numeri. Nei primi sei mesi del 2019 il valore della produzione ha toccato i 358 milioni di euro con un +6,5% rispetto al primo semestre del 2018. «Ma la cosa più importante - sottolinea Alberto Galassi, ad del gruppo - è la crescita a doppia cifra dell’Ebitda nei primi sei mesi del 2019. Oggi siamo una società finanziariamente pronta ad affrontare qualsiasi sfida». Ferretti si presenta al via della nuova stagione nautica anche con una struttura patrimoniale rafforzata da un aumento di capitale di oltre 250 milioni di euro: 212 milioni con la conversione di un finanziamento soci da parte dell’azionista cinese di riferimento, Weichai Group, e 40 tramite accordi di investimento con i soci Piero Ferrari e Adtech Advanced Technologies. Mosse che hanno aperto la strada allo sbarco in Borsa, ufficializzato nei giorni scorsi, che mette sul piatto azioni per 100 milioni rivolte a investitori istituzionali. La conclusione dell’offerta è prevista a fine ottobre.

Una rotta, quella verso la quotazione in Borsa, che è stata tracciata da Sanlorenzo, presente al Salone di Genova anche con il nuovo SD 96. Una scelta che nasce dall’esigenza di dare continuità a una realtà che nel 2019 toccherà i 500 milioni di euro di fatturato. «Ho rilevato l’azienda alla fine del 2004 e, dopo 15 anni, con un fatturato decuplicato, ritengo sia arrivato il momento di aprire un nuovo ciclo per continuare a crescere», afferma Massimo Perotti, patron di Sanlorenzo. I requisiti ci sono tutti, a iniziare dal prodotto. «L’obiettivo - aggiunge Perotti - è presidiare tutti i segmenti di mercato. Realizzeremo una gamma di open che coniuga le prestazioni al comfort tipico degli scafi Sanlorenzo, inoltre la linea SX si è rivelata un successo senza precedenti». Area di riferimento per Sanlorenzo è l’Europa, che pesa per un 57% del fatturato (l’Italia ha una quota del 17%) seguita dalle Americhe che valgono il 20% mentre Asia Pacific e Medio Oriente contano rispettivamente il 18% e il 5%. «Stiamo vivendo un passaggio epocale per la nautica italiana - continua Perotti - e auspico che questo possa rappresentare un momento di unione e incontro per le associazioni (Ucina e Nautica Italiana, ndr), in modo che si possa giocare la partita indossando un’unica maglia». Una partita nella quale gioca a tutto campo anche Overmarine che, con il Mangusta 104, ha completato il rinnovamento della linea sport.

Nelle strategie di Amer Yachts, presente al Salone di Genova con il nuovo 100 piedi, il tema della sostenibilità ha un ruolo centrale. Il cantiere ligure, in collaborazione con GS4C, utilizzerà una fibra minerale, totalmente riciclabile, di origine vulcanica, a base di basalto arricchito, denominata Filava, per realizzare una parte di componentistica non strutturale presente sulle prossime costruzioni.

C’è poi il capitolo explorer, segmento relativamente giovane nel quale il Cantiere delle Marche detiene la quota più importante. «Abbiamo 9 navi in costruzione con lunghezze comprese tra i 30 e 45 metri», commenta Vasco Buonpensiere, co-fondatore e direttore marketing e vendite del cantiere.

di Matteo Zaccagnino


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