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La Ferrari rompe con la Russia: sospesa la produzione per Mosca e maxi-donazione per l’Ucraina


La guerra in Ucraina scoppiata in seguito all'invasione da parte della Russia non lascia indifferente nessuno, anche chi per ragioni economiche avrebbe tutto l'interesse a non esporsi. È questo il caso della Ferrari che ha voluto prendere una chiara posizione sul conflitto bellico che sta dilaniando il territorio ucraino e costretto milioni di persone a fuggire dal proprio Paese per salvarsi la vita e mettere in salvo i propri cari. La casa di Maranello infatti si è apertamente schierata contro la Russia annunciando la sospensione della produzione di veicoli per il mercato russo e una maxi-donazione in favore del popolo ucraino.


Il Cavallino ha infatti donato un milione di euro per sostenere gli ucraini in difficoltà: la somma sarà messa a disposizione della Regione Emilia-Romagna che, con la collaborazione della Croce Rossa e di UNHCR, finanzierà progetti umanitari internazionali a sostegno dell'Ucraina e iniziative locali incentrate sull'accoglienza dei rifugiati nella regione italiana. Parte di questi soldi andranno anche all'Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine – ONLUS al fine di provvedere ai bisogni degli ucraini che saranno ospitati nell'area limitrofa all'azienda.


La Ferrari si schiera dunque al fianco dell'Ucraina e prende le distanze dalla Russia sospendendo la produzione di automobili destinate al mercato russo. Un gesto, quello compiuto dalla casa di Maranello, che per quanto non così deleterio per le sue casse, non è affatto dovuto ed è comunque di grande impatto. Se è vero difatti che quello russo è un mercato molto piccolo per la Ferrari che inoltre non ha fornitori diretti nel Paese e che in seguito alle sanzioni che hanno colpito soprattutto la parte più ricca della popolazione russa avrebbe visto ridursi drasticamente il bacino di potenziali clienti, la solidarietà mostrata al popolo ucraino e la condanna all'azione russa hanno un valore simbolico importantissimo dato che il fiore all'occhiello del Made in Italy nel mondo ha deciso di anteporre il lato umano e umanitario agli interessi economici.

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