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Rissa a destra sul Green pass. Meloni accusa Salvini: “Votano per tenerlo”.


Le acque nel centrodestra restano agitate con un botta e risposta Meloni-Salvini.


"Per me c'è un problema di posizionamento, poi voglio bene a tutti e ho sempre lavorato per l'unità però credo che un chiarimento politico serva".


Così la leader di FdI Giorgia Meloni, ospite di Non stop news su Rtl, ha parlato della situazione del centrodestra.


"Io - replica in proposito Salvini - sto lavorando per ridurre le bollette di luce e gas. I chiarimenti li faccio con chi deve mettere dei soldi nelle tasche degli italiani non mi interessano le polemiche. Non commento le polemiche". E ha aggiunto: "Noi siamo in un governo che deve portare l'Italia fuori dalla pandemia. È una nostra precisa scelta essere protagonisti della ricostruzione del paese. Se qualcun altro preferisce stare fuori, faccia".

La maggioranza, di cui fa parte il partito guidato da Salvini, ha infatti cassato l’ordine del giorno presentato da FdI che avrebbe potuto dare una smossa per far cadere il Green pass assieme allo stato di emergenza. La stessa maggioranza, guarda caso, ha poi accolto altri ordini del giorno del Carroccio e del M5S sulla stessa linea. E mentre tutti (compresi i televirologi della prima ora) assicurano che né il Cts né lo stato di emergenza avrebbero senso di essere ancora in auge oltre il 31 marzo, ancora non si è capito bene cosa ne sarà del lasciapassare. “Questa mattina alla Camera i partiti della maggioranza senza distinzioni hanno votato contro la revoca del Green pass con lo scadere dello stato di emergenza fissato al 31 marzo – spiega il deputato di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli – Questa richiesta di Fratelli d’Italia era stata formalizzata con un ordine del giorno legato all’ultimo decreto covid in fase di conversione”.


Ma – è l’accusa di FdI – i partiti che sostengono Mario Draghi, Lega e Forza Italia compresi, avrebbero votato No. “Riteniamo che con il venire meno dello stato di emergenza vengano meno anche i presupposti di forma e di sostanza per la compressione di diritti fondamentali subordinati alla lettura di un codice – insiste Montaruli – Evidentemente i partiti di governo vogliono trasformare il Green pass in una misura ordinaria. Non accetteremo che il green pass diventi il passaporto o la carta d’identità degli italiani e la normalizzazione delle discriminazioni che ne derivano”.

Immediata la risposta della Lega, arrivata tramite Claudio Borghi: “Vedo che stanno uscendo messaggi su Green pass e stato di emergenza. È la solita propaganda. Sono i soliti ordini del giorno che come già dimostrato non servono a niente. In commissione fra poco andrà in votazione l’emendamento per fine green pass e quello sì diventerebbe legge”. Riuscirà ad ottenere i voti necessari? Già, perché da par suo anche la Lega fa “il pesce in barile”. Questo modo di dire è infatti molto appropriato alla situazione. L’espressione sta a intendere l’atteggiamento di chi di fronte a una certa situazione faccia finta di nulla per evitare seccature, incombenze o per non schierarsi apertamente, rimanere neutrale, restare indifferente. Oppure è anche riferito al comportamento di chi fortissimamente neghi o finga di non sapere, per timore delle conseguenze. Infatti, secondo quanto riporta l’Ansa, i deputati trentini della Lega Diego Binelli, Vanessa Cattoi, Martina Loss e Mauro Sutto si sono visti accogliere alcuni ordini del giorno da parte del governo, che valuterà se e come mettere in pratica le richieste del Carroccio.

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