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Camionisti in sciopero da lunedì. A rischio i rifornimenti merce nei negozi ma il Governo è assente


A causa dell'aumento alle stelle del prezzo del carburante a partire da lunedì prossimo, 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno in tutta Italia i loro servizi, rischiando di bloccare gli approvvigionamenti in negozi e supermercati di tutto il Paese. A darne notizia Trasportounito, spiegando come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un'iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore. 

"La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata da Trasportounito alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire".


Secondo il Codacons lo stop ai servizi di trasporto annunciato oggi da Trasportounito "avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una conseguenza inevitabile, considerato che l'85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante". "In tale situazione, dal Governo arriva un immobilismo vergognoso, e non si capisce cosa attenda l'esecutivo per azzerare immediatamente l'Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise, anche in considerazione degli enormi guadagni incamerati dalle casse statali da novembre ad oggi grazie alla tassazione sui carburanti e alla crescita dei listini alla pompa" conclude Rienzi.


Durante l’ultimo Consiglio dei ministri, il titolare dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha paventato la possibilità della “definitiva compromissione della sopravvivenza delle imprese” e di una “crisi anche in termini occupazionali”. Confindustria è subito andata subito all’attacco: “Le imprese italiane pagano decenni di errori sulla politica energetica e questo perché lo ha voluto la politica, ci ha spinto in questa direzione. Il conto lo paghiamo noi” ha tuonato il leader degli industriali Carlo Bonomi.


La stangata del gas prima e del carburante poi ha fatto lievitare, come riportato dal Giornale, i prezzi della produzione industriale del 9,7% su base mensile e del 32,9% su base annua. Uno tsunami che ha travolto qualsiasi genere: a crescere sono stati, per esempio, i prezzi di carta, prodotti chimici, industria del legno. Scioperi e proteste rischiano così di espandersi a macchia d’olio, con il governo impegnato nella difficile impresa di scongiurare il blocco dei trasporti fissato per il prossimo 14 marzo. Il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova ha annunciato 80 milioni di aiuti in arrivo, ma le organizzazioni di categoria al momento non arretrano.

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